di Luca Gialanella
Michele sorride, è felice.
Ci guarda tutti dall’alto, in quella gigantografia appesa in piazza Mazzini. E gli sarebbe piaciuta questa festa. «Sì, è stata una bella giornata. Non triste, per niente. Michele nel cuore di tutti, quanti giovani, quanti applausi, quanto calore. Eravamo tesi, e ci siamo tranquillizzati a vederlo lì davanti che ci saluta», tira un po’ il fiato papà Giacomo dopo che Anna, la moglie di Scarponi, è appena scesa dal podio con i gemellini Giacomo e Tommaso per la premiazione di Adam Yates. «Il mio paese è una vera famiglia», diceva Scarponi. E Filottrano trasforma la tappa del ricordo, voluta dalla «sua» TirrenoAdriatico, in gioia, amore, felicità. Tappezzata in giallo e celeste, i colori dell’Astana, la squadra di Michele. Migliaia di palloncini ai balconi. Una folla da Giro gremisce quei Muri che faceva in allenamento. «Il Pirata e l’Aquila insieme nell’Olimpo degli scalatori», in un maxistriscione. Pantani e Scarponi.
Emozioni e tristezza, è vero, ma ora scalano insieme, sorridenti, le nuvole del cielo.
MICHELE SORRIDE, È FELICE «I bambini sono la cosa più bella di oggi, sono la gioia di questa giornata — dice il fratello Marco —. Questo è un giorno che ci unisce. I bambini saranno i testimoni di quanto vediamo adesso. Che cosa rimarrà loro
di oggi? Si porteranno a casa qualcosa di meraviglioso. Io quando andavo a vedere mio fratello tornavo arricchito: l’ambiente, il rapporto tra antico e moderno, la passione. Il ciclismo sensibilizza, non crea soltanto campioni da Tour». C’è anche Frankie, la femmina di pappagallo che faceva compagnia a Michele in allenamento. Prima in gabbia, per sicurezza, durante la tappa; poi in volo.
MICHELE SORRIDE, È FELICE
«Io ci metto il massimo impegno. Lo faccio per i bambini e per tutte quelle donne che come me vivono senza un uomo,
un marito, un padre accanto — spiega Anna, la moglie, in tv alla Rai, alla prima uscita dopo la tragedia del 22 aprile 2017 —.
Michele diceva: “Io sono di Filottrano”. Guardo questa gente e dico: dove la troviamo una famiglia così? Aveva ragione.
Sento l’affetto del paese, e se mi giro a guardarli mi commuovo…
Ai gemellini ho raccontato la giornata di oggi come una festa, come una corsa».
Tommaso e Giacomo, 5 anni, hanno vissuto un giorno speciale con l’Astana. Hanno dormito con i corridori in albergo, il d.s. Zanini li ha fatti divertire con il pullman, gliel’ha fatto mettere in moto. Al raduno di partenza sono andati a trovare anche Peter Sagan, con i suoi capelli da eroe dei cartoni animati.
Cappellini azzurri in testa, a correre avanti e indietro sotto al podio, e poi i gemelli sono tornati a casa con le maglie della TirrenoAdriatico, di tutti i colori, versione bambino.
«Io mi sento parte dell’Astana — dice ancora Anna —. Una famiglia, una squadra fantastica, non ci hanno mai fatto mancare
niente». Tommaso e Giacomo hanno ricevuto due tessere ad honorem dell’Associazione corridori (Accpi), sulle quali c’è l’immagine del papà all’attacco, in fuga, davanti a tutti.
MICHELE SORRIDE, È FELICE
I compagni sono andati a trovare il loro capitano al cimitero, dopo la corsa. Dario Cataldo ha cercato in tutti i modi di dedicargli la vittoria, in fuga dal chilometro 2, ripreso a 11 km dalla conclusione. Hanno portato un mazzo di fiori gialloceleste, Marco ha consegnato a tutti una spilla con la firma di Michele, Cataldo ha lasciato il cappellino.
MICHELE SORRIDE, È FELICE
«Perché noi non abbiamo chiesto niente a questa gente, e oggi siamo stupiti da questo movimento spontaneo che si è creato per Michele — dice commossa la sorella Silvia —. L’hanno fatto con il cuore, e lui avrebbe apprezzato. È stato incredibile questo affetto, è un continuo riaprire la ferita, ma il calore di oggi aiuta. E raccogliamo quello che Michele ha seminato».
Sono venuti dalla Germania e dalla Russia, da tutta Italia. Nove persone da Nicolosi, alle pendici dell’Etna, casa preferita di allenamento di Scarponi:
hanno portato il premio «Una vita per lo sport» che gli hanno assegnato in memoria l’anno scorso.
MICHELE SORRIDE, È FELICE Perché in prima fila, davanti al podio, ci sono i «suoi» bambini, quelli della scuola dell’infanzia «Grillo Parlante» di Filottrano, con uno striscione disegnato da loro. Tutti insieme, mano nella mano, una famiglia sola. È la scuola di Tommaso e Giacomo. E Michele ci andava a leggere le fiabe ai bambini, un progettolettura che gli piaceva molto.
Raccontava le gesta di Gruffalò, un mostro. E quella foto, quel libro, quella pagina, sono aperte nella cappella del cimitero dove riposa.
MICHELE SORRIDE, È FELICE
«Perché ci aiuterà a salvare tante vittime della strada — continua il fratello Marco, che sta lanciando la Fondazione —.
Io, la mia famiglia, gli abitanti di Filottrano, dopo la festa di oggi, dobbiamo aiutarci per cambiare il nostro modo di vivere.
Il sorriso di Michele, là in alto, lo sta già facendo. Non deve morire invano».
Sabato ad Ancona debutterà il progetto della Federciclismo «Sicuri in bicicletta», in collaborazione con Polizia e Ministero dei trasporti: centinaia di giovani corridori dai 12 ai 16 anni riceveranno un giubbotto catarifrangente che li farà sentire più protetti in allenamento.
MICHELE SORRIDE, È FELICE
Nella sua cappella ci sono già più di duecento pagine di ricordi, pensieri, lettere. I gagliardetti di tante società. Le foto delle sue vittorie. Arriva gente comune, si inginocchia. I disegni di Tommaso e Giacomo. Un’aquila che apre le ali. Babbo che gioca a pallone. Babbo che va in bicicletta. E quella scritta incisa nel marmo: «Lassù, dove ti ho visto trionfare. Laggiù, dove ti ho visto giocare». Vasco Rossi il suo preferito. E la canzone?
«Eh già… Ma sono ancora qua». Sì, Michele. Sempre con noi.